venerdì 10 ottobre 2008

Polpettone di patate e formaggio alla ligure (Luigi Carnacina)





Questa ricetta proviene dall'enciclopedia "Cucina dalla A alla Z" di Luigi Carnacina. E' presente nella mia famiglia praticamente da sempre. Ho utilizzato il pangrattato fatto il pane che avevo in casa e ne avevo davvero così tanto che ne è uscito un quintale! (si fa per dire, eh) Tanto che è stato istituito il contenitore del pangrattato. Il fatto è che poi, a noi piace molto il pane speciale, quello con i semi magari o fatto con farine particolari, di cereali. Così il pangrattato che ne esce ha dei punti colorati e al suo interno ci sono anche dei bei semi. Avrei pensato che magari sarebbe stato una cosa non carina, da usare per tutti i giorni, invece devo dire che è più vivace e vedere semini sulle fette è davvero divertente. In una parola: So-ddi-sfa-zio-ne!
Il piatto è piuttosto gustoso, può essere servito persino come contorno se stati bassi col sale, o essere portato a casa di qualcuno per essere scaldato, perchè così dona il meglio di se.

Passiamo quindi subito alla ricetta:

ingredienti:
1kg. di patate farinose
200g. di formaggio molle
90g. di burro
20 g. di parmigiano
20g. di farina
2 uova e un tuorlo
2 dl di latte,
Pangrattato
olio, sale.

Lessate le patate, sbucciatele e passatele allo schiacciapatate o schiacciatele con una forchetta.
Sciogliete quindi 60g. di burro, unite qualche cucchiaio di olio, il formaggio a tocchetti e la farina diluita con il latte, mescolate fino a che il formaggio non si sarà sciolto.
Fuori dal fuoco unite le patate, le uova sbattute e salate.

Ungete una teglia di olio, cospargetela con del pangrattato e versate all'interno il composto; livellate la superficie e cospargetela con pangrattato, parmigiano e il burro rimasto, fuso o a tocchetti.
Mettete quindi in forno a 180° fino a che non sarà ben dorato. Normalmente lo lascio almeno 30 minuti.

La ricetta originale, dice di servirlo subito; ma noto sempre, che le patate sono molto refrattarie e finisco sempre per ustionarmi irrimediabilmente e non gustare più niente. Oltretutto tagliarlo da caldo è peggio perchè si rompe. Scaldandolo dopo è più compatto e la temperatura omogenea.

Sul libro, vedo anche che c'è la stessa (più o meno) ricetta, preparata con bietole e con la zucca, che trovo molto interessanti, magari anche se abbinati come contorno ad altre pietanze. Potete persino pensare di modificare questa ricetta aggiungendo magari delle erbe, speck, porcini! che possano profumare maggiormente; anche qui le possibilità sono tante.

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